A seguito del sisma del 6 aprile 2009, il Forte ha subito ingenti danni, soprattutto nel ponte e nei piani superiori:
I Viceré di Spagna vollero la fortezza per reprimere l'autonomia della città Aquilana. In realtà il progetto del castello a L'Aquila doveva essere edificato in Spagna.
Mai utilizzato per scopi bellici, fu utilizzato nel seicento come residenza del governatore spagnolo e successivamente come alloggio per i soldati francesi nell'ottocento e tedeschi durante l'ultima guerra mondiale. Restaurato nel 1951 ad opera della Soprintendenza ai Monumenti e Gallerie d'Abruzzo e Molise, è divenuto sede del Museo Nazionale d'Abruzzo
A seguito della rivolta dl 1527, gli Aquilani vennero condannati ad espiare il loro arduo gesto accollandosi le spese per la costruzione del castello, quale pretesto, degli spagnoli, di garantire la sicurezza della guarnigione spagnola e l'obbedienza della popolazione locale.
In realtà fece parte di un progetto di fortificazioni ben più ampio, realizzato in tutto il territorio acquisito dalla Corona di Spagna.
Fu edificato nel punto più elevato della città in cui già dal 1401 era edificata una rocca; i lavori iniziarono nel 1530 e procedettero speditamente fino al 1549, per poi rallentare e interrompersi nel 1567, anno in cui, mutate le condizioni politiche e tolto il pesante onere della costruzione alla città, si arrestarono del tutto, nonostante si fossero ultimate soltanto le opere di funzione strettamente militare del manufatto.
Il Forte, che non fu mai completato, non fu neanche mai utilizzato dagli spagnoli in importanti azioni militari, poiché nella seconda metà del Cinquecento il centro degli interessi dell'Impero Spagnolo si spostò dal bacino del Mediterraneo prima al Nord Europa e poi in Sudamerica.
Venne quindi dapprima utilizzato come residenza dal governatore spagnolo e, in seguito all'invasione francese, come alloggio dalle truppe transalpine. Subì, invece, gravi danneggiamenti durante la seconda guerra mondiale, periodo in cui venne utilizzato dalle truppe d'occupazione tedesche come comando e prigione.
Nel dopoguerra, sventato il pericolo di trasformazione del Forte in carcere, passò dall'amministrazione della Difesa a quella della Pubblica Istruzione e dopo il restauro avvenuto nel 1951 ad opera della Soprintendenza ai Monumenti e Gallerie d'Abruzzo e Molise, divenne sede del Museo Nazionale d'Abruzzo e di numerose altre istituzioni quali l'Osservatorio Aquilano, l'Istituto Nazionale di Geofisica, la Società Aquilana di Concerti oltre che, naturalmente, la stessa Soprintendenza per i Beni Ambientali Architettonici Artistici e Storici per l'Abruzzo (B.A.A.A.S.), proponendosi come nuovo centro sociale e culturale della città. Gli ambienti del Forte ospitano oggi un importante Auditorium, ed una Sala delle Conferenze, oltre che spazi espositivi per mostre e convegni.
Un vasto parco, di cui la parte rivolta verso la Fontana Luminosa è adibita a giardino all'italiana - uno dei rari esempi presenti nell'Italia centro-meridionale -, circonda oggi l'imponente costruzione, protetta a sua volta da un ciclopico fossato di difesa profondo 14 metri e ampio 23, destinato, in caso di necessità, ad essere inondato. Lo attraversa un ponte fisso, a quattro arcate, in pietra e muratura, che nel 1846 sostituì l'antico semilevatoio in legno.
Il maestoso portale bianco, fiancheggiato da lesene d'ordine dorico e sormontato dal prezioso coronamento con l'aquila bicipite, emblema della Casa d'Austria, è unanimemente considerato un assoluto capolavoro nel suo genere. A ricordo delle vicende che hanno portato alla costruzione del Forte ed al fine di scoraggiare ogni futuro tentativo di ribellione, reca nella parte superiore l'iscrizione:
AD REPRIMENDAM AUDACIAM AQUILANORUM.