piazza duomo

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È la maggiore e la più importante delle piazze dell'Aquila, centro sociale, culturale, punto d'incontro e sede dei principali eventi cittadini. Cuore del potere religioso in antitesi a Piazza Palazzo, sede del potere politico, ha ospitato dal 1303 il mercato cittadino. Le sue dimensioni, circa un ettaro d'ampiezza, la rendono una delle piazze più grandi d'Italia. Di forma quadrangolare, è situata in posizione baricentrica nel centro storico della città, a lato dell'asse di attraversamento del corso Vittorio Emanuele II.

È caratterizzata da un notevole dislivello che termina nella Cattedrale dei Santi Giorgio e Massimo, edificata nel XIII secolo e più volte restaurata. Su di essa si affacciano numerosi edifici storici ma nessun palazzo nobiliare, così che nessun conte possa mai dominare sullo spazio comune dei cittadini. Nel medioevo, inoltre, la piazza ospitava l'olmo della giustizia dove si svolgevano le esecuzioni capitali.

Nel quattrocento, sul lato meridionale della piazza erano presenti delle botteghe artigiane dette Le Cancelle, dalla tipica struttura con la porta che era usata anche come "vetrina" per la merce.

Dopo il terremoto del 1703, in seguito alla distruzione della precedente Confraternita del Suffragio, venne realizzata la Chiesa di Santa Maria del Suffragio (detta popolarmente chiesa delle Anime Sante), dotando dunque la piazza di ben due chiese. Nei primi anni del novecento, nell'ambito di un lungo e impegnativo progetto di sistemazione urbanistica della città cominciato nel 1927, la piazza è stata ornata a capo e a piedi di due fontane monumentali realizzate dallo scultore Nicola D'Antino, poi autore anche della Fontana Luminosa.

cattedrale di san massimo

il sisma del 2009

A seguito del sisma del 6 aprile 2009, la Cattedrale ha subito notevoli danni:

  • crollo dell'arco trionfale
  • crollo della cupola e del transetto
  • lesioni di grave entità delle volte dell'aula e delle navate laterali
  • lesioni di grave entità delle volte delle pareti laterali
  • lesioni di grave entità nella zona absidale

Stima economica dei danni (Basilica): € 14.500.000
Stima economica dei danni (Palazzo Arcivescovile): € 19.200.000
Stima dei tempi d'intervento: 5 anni + 6 anni

cenni storico-artistici

Il complesso della Cattedrale dei SS Massimo e Giorgio viene completamente ricostruito dopo il terremoto del 1703, riprendendo, per lunghezza e orientamento, le disposizioni della chiesa precedente risalente alla metà del Duecento, e si articola in un maestoso impianto latino con piedicroce a tre navate, transetto ed abside, cui si annettono la Sagrestia, la Sala del Capitolo, la canonica e tutta una serie di spazi accessori intimamente collegati alla chiesa.

L'edificazione della primitiva fabbrica fu strettamente connessa alle vicende relative alla costituzione della Diocesi Aquilana che veniva istituita dalla Sede Apostolica alla fine del 1256, trasferendovi la sede di Forcona.

Nel 1708 viene commissionata la progettazione di una nuova chiesa all'architetto romano Sebastiano Cipriani, ma i lavori di ricostruzione non hanno inizio che nel 1711 e si protrarranno fino al 1780, quando il vescovo Cervone inaugura il nuovo tempio cittadino, senza peraltro che la cupola fosse ancora realizzata né che l'ordine superiore della facciata fosse completato. Solamente nel 1827 viene realizzata una finta cupola in prospettiva dipinta a firma di Venanzio Mascitelli, con decorazione ispirata ai disegni settecenteschi di Andrea Pozzo in Sant'Ignazio a Roma.

Nel 1851, infine, la facciata incompiuta del Settecento viene demolita e sostituita da una nuova architettura su progetto dell'architetto Giovan Battista Benedetti. Un disegno del 1887 rappresenta la Cattedrale con il progetto di completamento della facciata e di una grande cupola elevata su un alto tamburo, peraltro mai costruiti.

Ancora molti lavori, di decorazione e rifiniture interne, si succedono per tutto l'Ottocento. Dopo il terremoto del 1915, che non lascia registrare gravi danni all'edificio, si consolidano le strutture del presbiterio utilizzando rinforzi di calcestruzzo armato e si completa con le stesse strutture cementizie il prospetto principale, per giungere, nel 1928, alla realizzazione dei due campanili angolari su basamento tripartito da paraste estreme e colonne intermedie sopportanti il frontone, di preziosa derivazione neoclassica, e della imponente balaustra rettilinea che segna l'attacco al cielo dell'intera fronte sulla piazza.

Santa Maria del Suffragio

il sisma del 2009

A seguito del sisma del 6 aprile 2009, la Chiesa ha subito notevoli danni:

  • crollo della cupola crollo della lanterna e del tamburo
  • crollo della porzione di attacco delle vele
  • gravi lesioni sull'arco trionfale
  • gravi lesioni sugli elementi di copertura dell'abside e del presbiterio
  • distacchi delle murature sulla facciata
  • crollo delle guglie
  • crollo dei pinnacoli
Interventi provvisionali:
  • messa in sicurezza del tamburo
  • messa in sicurezza dell'intero corpo di fabbricae

Stima economica dei danni (Basilica): € 6.500.000
Importo del finanziamento: € 6.500.000
Stima dei tempi d'intervento: 4 anni

cenni storico-artistici

La chiesa fu costruita dopo il terremoto del 1703 dalla confraternita del Suffragio, in ricordo delle centinaia di vittime del sisma, in luogo di un edificio più piccolo collocato a fianco della chiesa di San Biagio d'Amiternum. Opera di Antonio Bucci di Pescocostanzo, eseguita interamente in pietra concia, su progetto di Francesco Leomporra, che conferisce alla chiesa quella formosità esteriore e quell'incisività urbanistica che bastavano a sfidare la chiesa di San Massimo. Il cantiere della chiesa ebbe inizio nel 1713 e i fondi provenivano dalla copiosa offerta dei cittadini presso i quali andava intensificandosi in quegli anni il culto dei morti, a seguito del luttuoso evento sismico. Il risultato fu sorprendente e degno di essere iscritto tra le pagine gloriose dell'architettura religiosa aquilana. L'elegantissima cupola, il poderoso tamburo cilindrico, il repertorio pitto-scultoreo che la chiesa custodisce al suo interno, insieme alla riuscita omogeneità stilistica della massa architettonica, fanno del Suffragio il capolavoro indiscusso del Settecento aquilano.

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